Attività 2.11 Tecnologie diagnostiche per l’attribuzione e l’autenticazione delle opere d’arte


L’attribuzione di un’opera d’arte è un’operazione alquanto complessa ed è molto facile essere tratti
in inganno: essa richiede, quindi, uno studio approfondito dell’opera in questione.
La difficoltà deriva anche dal fatto che tra l’opera originale e il falso esistono quasi sempre un gran
numero di categorie intermedie, come le copie e le repliche. Le repliche, nonostante siano state
eseguite dalla stessa mano, presentano piccole differenze, a volte difficili da riconoscere:tali opere
vanno pertanto studiate a lungo e con perizia. Le copie, comunque, risultano meglio individuabili ad
un occhio esperto. Ma, in diversi casi, opere originali e repliche sono state considerate in passato
copie: ciò è dipeso anche dal cattivo stato di conservazione (ridipinture, sporco, vernici ingiallite)
delle suddette opere, la qual cosa ha contribuito alla non corretta identificazione.
Spesso per distinguere una replica o una copia dall’originale, è necessario eseguire riflettografie o
radiografie dalle quali si evincono eventuali pentimenti: a tal riguardo, pur senza generalizzare, è
possibile affermare che, se un dipinto non ha pentimenti, in linea di massima vuol dire che non è
l’originale. L’autenticazione di una opera d’arte, basata sulla valutazione visiva ovvero sull’analisi
di elementi stilistici, estetici, iconografici, contribuisce ancor più alla diffusione del mercato dei
falsi è diffuso e al corrispondente ritorno economico rilevante. Ci si prefigge l’intento di mettere a
punto il percorso metodologico che comprende le seguenti fasi procedurali:
a) Scelta dell’opera d’arte con certificazione di autenticità, di cui stilare una completa e corretta
scheda identificativa comprendente notizie ed elementi valutativi di carattere storico (autore,
periodo), artistico (stile, iconografia, tecnica esecutiva), morfologico (analisi delle superfici,
stratigrafie), ma anche caratteristiche costitutive (caratterizzazione dei materiali) e di valutazione
dello stato di conservazione (patologie presenti, livello di degrado): essa rappresenta lo “standard
identificativo di riferimento dell’opera”. Tali informazioni sono ottenibili attraverso l’utilizzo di
metodologie analitiche specifiche che permettono di indagare le componenti matrici del manufatto
riuscendo a raggiungere livelli di caratterizzazione di elevato dettaglio, ma anche attraverso
l’utilizzo delle tecnologie informatiche direzionate all’acquisizione, elaborazione, memorizzazione
dei suddetti componenti materici dell’opera. Questi dati informatici, ottenuti con la collaborazione
del CETMA, debbono contribuire confrontando e integrando quelli analitici nel fornire l’ulteriore e
affidabile risposta univoca alla autenticità dell’opera in esame.
b) A tal riguardo è opportuno avere a disposizione la stessa opera d’arte in “copia” e/o in “falso” e/o
in “riprodotto”, allo scopo di applicare le suddette tecnologie diagnostico-analitiche e informatiche
e, conseguentemente, ottenere quei risultati identificativi, questa volta dell’opera non autentica.
…) ulteriore contributo può essere fornito dalle indagini relative alla provenienza dei materiali
costitutivi: l’analisi dei componenti materici dell’opera d’arte possono infatti fornire informazioni
per escludere o confermare dubbi.
Con riferimento ai materiali inorganici, l’accertamento della provenienza avviene attraverso il
confronto tra i dati ottenuti analizzando i materiali dell’opera in esame e i dati ottenuti analizzando
le caratteristiche costitutive dei materiali campionando i probabili luoghi di prelievo (cave o
giacimenti) delle materie prime.
c) Ma se è vero che, nel caso della “copia” e del “falso”, la valutazione soggettiva di carattere
storico-artistico, completata dalla valutazione oggettiva diagnostico-analitica, forniscono una
risposta univoca e certa sulla originalità dell’opera, è pur vero che, nel caso del “riprodotto”, non vi
è allo stato attuale la possibilità di distinguerlo dall’”originale”.
La finalità della presente ricerca è rivolta anche a tale obiettivo: questo può costituire il supporto
importante e, per certi versi, indispensabile affinché “etica ed estetica in arte” possano entrambe
riconoscere i rispettivi limiti concettuali e applicativi, trovando comunque l’opportuno incontro e la
necessaria sintesi.

Tipologia Attività: Ricerca e Innovazione

Partner Responsabile: UNIPA

Partner coinvolto: Unical

Risultati: report/moduli

Sede Palermo, Cosenza