Attività 3.4 Studio e definizione delle linee guida metodologiche e sperimentali per l'applicabilità del laser nei processi di pulura


Come si evince da quanto espresso, benché le tecniche di LC/LA siano attualmente ben conosciute
nell'ambito della conservazione e del restauro ed esista un numero crescente di addetti interessati al
loro utilizzo, tuttavia vi e' ancora resistenza ad accettarle come tecniche sicure a causa della
presenza di un certo numero di problemi aperti e dell'assenza di criteri generali e normati atti a
valutare quantitativamente il risultato complessivo (ossia tenendo conto del punto di vista sia
storico/culturale che chimico/fisico) del trattamento. L'esito di un intervento di LC/LA deve essere,
quindi, previsto valutandone l’efficacia in riferimento alla qualità dei risultati ottenuti ed anche alla
determinazione dei danni arrecati. A tale fine è importante disporre di metodiche di valutazione che
si basino sull’utilizzo, attraverso processi metodologici sperimentati e validati, di tecniche
strumentali che siano ampiamente conosciute e in uso. Per raggiungere tale scopo ci si propone di
effettuare un monitoraggio della soglia di rimozione e un monitoraggio delle alterazioni strutturali,
chimiche e chimico-fisiche indotte dall’utilizzo del laser. Con la seguente proposta si intende
giungere a produrre dati quantitativi, ma anche significativi e correttamente interpretati tanto dagli
operatori (tecnici) che dai committenti. La sperimentazione avrà luogo in concomitanza con il
prossimo intervento di pulitura (con tecnica LC/LA), coordinato dalla Soprintendenza per i Beni
Architettonici e per il Paesaggio di Ravenna, previsto per la superficie interna del tamburo della
cupola del Mausoleo di Teodorico a Ravenna. In particolare, a tale fine, saranno utilizzate tecniche
di comprovata ed indiscussa validità: microscopia elettronica a scansione con microanalisi,
microscopia a luce polarizzata, diffrattometria di raggi X, fluorescenza di raggi X.
Poiché, come si evince dalla premessa, nel campo dell’applicazione dei consolidanti assume una
rilevante importanza la valutazione delle caratteristiche legate alle prestazioni di tali prodotti, in
particolare su dipinti murali, si propone di testare il prodotto consolidante su “provini” anziché su
materiale originale. Tale scelta è dettata dal desiderio di verificare la possibilità di creare un
modello, al quale ricondurre (almeno in linea di principio) considerazioni sugli accorgimenti da
tenere per ottimizzare il trattamento consolidante, anche considerando l’aspetto non secondario,
dell’inevitabile modificazione ottica che gli strati pittorici subiscono in seguito all’immissione di
un prodotto di restauro.
La variabile costituita dalle molteplici forme in cui si manifesta il degrado di un intonaco dipinto
costituisce, infatti, la prosecuzione di un discorso diagnostico che comunque deve partire da dati
quantificabili su quelle che sono le interazioni fra pigmento e legante (tecnica esecutiva), nonché fra
strato pittorico e prodotto consolidante applicato nelle diverse diluizioni.
Le finalità che ci si propone si riconducono, dunque, alla valutazione dell’efficacia, dell’efficienza,
delle variazioni colorimetriche introdotte dall’uso di consolidanti a base di silicati di etile su provini
realizzati con malta di calce aerea e sabbia e su dipinti con la tecnica ad affresco. La verifica di
importanti proprietà, quali: la morfologia della superficie durante la trasformazione del prodotto, la
saturazione ed i parametri cromatici intrinseci ed indotti, necessita di indagini diagnostiche non
invasive e non distruttive. Ci si riferisce alla spettrofotometria nel visibile e alla videomicroscopia
ad analisi di immagine. Tali metodi sono di importanza fondamentale poiché numerose analisi e
misure devono ripetersi dinamicamente ad intervalli prestabiliti.


Tipologia attività: Ricerca e Innovazione

Partner responsabile: UNIPA

Partner coinvolto: CACCAVO

Risultato: report

Sede: Palermo