Attività 4.6 Sistema innovativo per la validazione tramite benchmark di tecnologie di monitoraggio di ambienti interni/esterni


L’attività, nell’ambito della suddetta ricerca, in collaborazione con Università di Bologna –
Dipartimento di Storie e Metodi per la conservazione dei Beni Culturali, sede di Ravenna,) ,
prevede in ambienti esterni la seguente successione di fasi metodologiche:
1) Scelta appropriata dei siti di indagine e dei manufatti di interesse storico-artistico e
architettonico ivi presenti.
2) Rilievi sperimentali.
Si ha a disposizione un laboratorio mobile completamente equipaggiato di analizzatori
automatici per misurazioni di inquinanti aerodispersi (“metodi di riferimento” classificati
dall’Environmental Protection Agency-EPA):
• analizzatore di biossido di zolfo (il principio di funzionamento è basato sulla fluorescenza
emessa da SO2 dopo assorbimento di energia UV);
• analizzatore di ossidi di azoto (NOx) (apparecchiatura che misura l’intensità luminosa
chemiluminescenza emessa a causa della reazione tra ossido di azoto e ozono);
• analizzatore di particellato totale sospeso PTS (TEOM 1400).
La sperimentazione riguarderà in parallelo l’analisi del particellato biologico, al fine di
rivelare e caratterizzare i microsistemi biologici sia deteriogeni per i BBCC sia potenziali
patogeni per operatori- fruitori; con tecnologie non distruttive.
Inoltre, saranno analizzati i parametri colorimetrici di L (Luminosità), A (Valore lungo
l’asse verde-rosso), B (Valore lungo l’asse blu-giallo) dei materiali esposti, con l’impiego
del colorimetro spettrofotometrico e alla elaborazione di immagini con l’impiego del
videomicroscopio. I risultati permetteranno di quantificare il “trend” relativo
all’alterazione-degradazione a seguito dell’interazione con il mix di sostanze inquinanti.
3) Valutazioni conclusive.
Si ha così la possibilità di presentare un quadro informativo completo del “sistema: manufattoambiente”
e la conseguente definizione del rapporto danno /tempo, che permetterà la scelta degli
idonei sistemi di mitigazione e/o di prevenzione e/o di intervento sul bene.
La ricerca in ambienti confinati, in collaborazione con l’Università di Bologna –Dipartimento di
Storie e Metodi per la conservazione dei Beni Culturali, sede di Ravenna) affronterà tre diversi
ordini di problemi:
• la varietà delle tipologie chimico-merceologiche dei manufatti e, quindi, dei materiali
costituenti;
• la varietà degli ambienti – ancorché interni – presenti in un museo o biblioteca o archivio e,
nell’ambito della stessa sala oggetto di indagine, la varietà di microambienti che possono
presentarsi;
• i diversi gradi e modalità di fruizione.
La sperimentazione sarà condotta mediante:
• monitoraggio dei fattori e degli agenti dell’ambiente di collocazione-conservazione:
termoigrometrici, di illuminamento, di qualità dell’aria sia per il particellato chimico che
biologico;
• controllo preventivo e nel tempo delle condizioni ambientali idonee per la conservazione del
bene e per il benessere del biota (conservatore, restauratore, fruitore) nel rispetto della
normativa vigente.
L’obiettivo finale a cui si tende è la realizzazione di una scheda riassuntiva ed esaustiva che,
applicata ad una qualsiasi unità culturale confinata, possa suggerire quali parametri da controllare e,
nel caso, quali misure da effettuare per prevenire una possibile alterazione-degradazione del
materiale costituente il bene culturale, collocato-conservato nello specifico ambiente confinato. Di
qui la necessità di un software dedicato che permetta di indicare la modificazione e, di conseguenza,
l’opportuno intervento allo scopo di correggere lo specifico “fattore di rischio”, causa del potenziale
effetto dannoso.

Tipologia attività: Ricerca e Innovazione

Partner responsabile: UNIPA

Partner coinvolto: C&I

Risultati: report/moduli

Sede: Palermo, Cosenza